È definita la “Classica del Nord più a sud d’Europa”. Quale trovata giornalistica più geniale per descrivere una corsa che è un po’ Fiandre e un po’ Roubaix, con un pizzico di Amstel Gold Race e con l’ansia da prestazione tipica della Sanremo. Il tutto, amalgamato con la polvere ocra delle terre senesi, possibilmente inumidito dagli ultimi capricci dell’inverno e cotto alle basse temperature di marzo, dà vita alla Gran Fondo Strade Bianche. Ovvero la versione per cicloamatori della gara per professionisti e per donne élite, nata nel 2007 per la lungimiranza di Giancarlo Brocci e cresciuta sotto l’ala di RCS Gazzetta dello Sport.
Queste righe sono d’obbligo per introdurre il primo straordinario successo di Tommaso Elettrico (Team CPS D’Auria) in questo 2018 e scalarlo secondo la sua reale importanza: il materano ha vinto la Gran Fondo Strade Bianche. Da vero cavallo di razza è uscito imperioso dalla Curva di San Martino e ha portato a casa un successo che profuma di Palio. C’è un sottilissimo fil-rouge che lega Elettrico alle imprese dei grandi: nel 2017 aveva vinto la Maratona Dles Dolomites, percorsa interamente dai prof nel Giro d’Italia 2016, quest’anno ha conquistato Piazza del Campo poche ore dopo lo strabiliante successo, il primo in carriera, per il belga Benoot.
In 5000 (800 dall’estero per complessive 34 nazioni) hanno risposto al richiamo del fascino antico dello sterrato, di quel ciclismo d’altri tempi infangato e impolverato, in perenne equilibrio e ignaro dell’esistenza (in altre galassie) di asfalti perfetti. La filosofia degli organizzatori di Gazzetta e RCS è infatti quella di abbinare il tifo e la passione amatoriale, permettendo agli appassionati di misurarsi, poche ore dopo i big, sulle stesse strade dei professionisti. All’appello ha risposto entusiasta anche Tommaso Elettrico, del quale, però, tutti conoscono il non idilliaco legame con il fuoristrada.
Una scommessa, dunque. Più che altro una sfida con sé stessi, ancor prima della consueta ansia da prima gara dell’anno: 139,2 km dei quali ben 31,4 di strade bianche, quelle che gli inglesi chiamano gravel, ma che noi preferiamo identificare con un colore che è tale solo nei giorni di sole. Perché viceversa il bianco diventa ocra, i corridori si trasformano in maschere di fango e gli otto settori di sterrato diventano ring che contrappongono le gambe e la volontà da un lato e tutte le leggi della fisica dall’altro.
Su quei settori è emerso con prepotenza il Tommaso Elettrico più esperto, quello che non si spaventa e sa interpretare al meglio ogni terreno. «É stata una corsa dura, perché gli strappi erano tosti, lo sterrato era bagnato – ha dichiarato al telefono dopo la premiazione – bisognava saper guidare bene, ma mi sono trovato a mio agio, la condizione era buona». Il percorso, infatti, come sempre avviene con le classiche era molto mosso e ondulato sia sul piano planimetrico che altimetrico, privo di lunghe salite, ma costellato di strappi più o meno ripidi (in modo particolare quelli su sterrato). Dopo la lunga selezione a decidere tutto è il finale, con le pendenze al 9% di via Fontebranda e le punte al 16% sul lastricato umido (che il campione del mondo di ciclocross Wout Van Aert ha già assaggiato): «Nel finale siamo rimasti in due, io e Vincenzo Pisani. Abbiamo fatto insieme l’ultimo strappo verso piazza del Campo, tra due ali di pubblico. Su quelle rampe mi ha attaccato, ma poi sono riuscito a superarlo, prendendo le ultime curve in testa e imboccando in testa piazza del Campo dalla curva in discesa».
Le dediche sono tutte interne al team CPS: «È un successo che dedico a tutti coloro che mi seguono, in particolare al patron Franco D’Auria di CPS. Sono davvero felice di questa perla che mi mancava e che va a completare un palmares di gran fondo importanti. Posso dire che ora me ne mancano davvero poche».
Cole di emozione le parole di commento ai tratti sterrati: «È davvero bello, perché c’è la componente emotiva, sapendo che sono passati i prof il giorno prima, ma c’è anche sempre in agguato il pericolo, con buche, terreno sconnesso, discese bagnate e il costante incubo della foratura. Ma è davvero tutto epico».
Il percorso della Gran Fondo Strade Bianche è coinciso perfettamente con quello della gara per le Donne Élite, vinto da Anna Van Der Breggen. Tommaso Elettrico ha invece concluso la sua impresa in 3h47’15”, distanziando di un secondo Vincenzo Pisani e di 12 Diego Frignani. Tra i partenti figuravano anche numerosi volti noti, come il Campione Mondiale e Olimpico Paolo Bettini, l’altro iridato Alessandro Ballan, la squadra della Trek Segafredo – che ieri ha corso la gara professionisti – e con il pettorale numero 1, il Sindaco di Siena, Bruno Valentini.
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