La Maratona Dles Dolomites parla meridionale, parla materano. Finalmente. Tommaso Elettrico, 30 anni, in forze al CPS D’Auria Cycling Team, ha tagliato braccia al cielo il traguardo di Corvara in Badia, tra due ali di pubblico.
E non ci poteva essere vincitore più indicato, in fondo, visto che la classicissima delle gran fondo internazionali, 9000 partenti questa mattina alle 6:00, ha come main sponsor l’azienda nazionale dell’energia e quindi, col passaggio di Elettrico sotto l’arco d’arrivo è stato un po’ come chiudere un cerchio.
Scherzi della retorica a parte, era tutt’altro che già definito questo risultato, il secondo di Elettrico alla maratona Dles Dolomites, ma il primo se si considera il percorso lungo di 138 km.
Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau, Valparola e, per finire, Mùr del Giat. Lo stesso percorso affrontato dal Giro d’Italia del 2016, ma soprattutto lo stesso percorso della tradizione in quasi 30 anni di Maratona Dles Dolomites. 4230 metri di dislivello complessivo su e giù tra le perle delle nostre Alpi, culla e paradiso di tutti gli amanti delle due ruote, occasione più unica che rara per confrontarsi con se stessi e con i compagni, pedalando a stretto contatto con le meraviglie della natura. Un’occasione che nemmeno la RAI si è lasciata sfuggire con le 6 ore di diretta integrale sulla terza rete.
La corsa di Elettrico si è accesa sulle rampe del Giau, all’inseguimento di Wladimir Cuaz in fuga solitaria. Il ricongiungimento, sotto le incessanti pedalate del materano, è avvenuto quasi in cima e il corridore della Cicli Lucchini ha perso rapidamente terreno. Elettrico si è fiondato in discesa e al suo inseguimento si è formata una coppia Cristian Nardecchia e Enrico Zen, che al rilevamento a fondo valle avevano un ritardo di 1:35″. La sua azione, estremamente fluida e con una bella pedalata, ha cominciato ad appesantirsi sulle ultime dure rampe del Valparola, proprio quando sugli inseguitori era rientrato arrembante Vincenzo Pisani ed Enrico Zen cominciava a perdere terreno. Ma il materano ha tenuto duro, e mentre dietro Pisani si avvicinava e anche Nardecchia cedeva, ha scollinato il Valparola con 1:44″ di vantaggio e si è fiondato nell’ultima discesa mettendo nel mirino il Mur del Giat.
«Tommaso Elettrico sta facendo semplicemente un capolavoro – ha commentato in diretta Marco Saligari per la RAI – si è gestito molto bene e ha mandato tutti in crisi». 4 ore 37 minuti 31 secondi dopo la partenza è giunto trionfante nel pittoresco borgo di Corvara, accolto da due ali di pubblico festante, il cui effetto Elettrico lo aveva già sperimentato sul Mur del Giat condotto a tutta, con una grinta degna dei migliori campioni.Si tratta, senza ombra di dubbio, della punta di diamante della carriera di Tommaso Elettrico, che a 30 anni, l’età della piena maturità sportiva, è riuscito a centrare un sogno inseguito da quando ha cominciato, nel 2009, la carriera di granfondista. Una vittoria importante per tutto il movimento ciclistico del Sud, un atleta meridionale in una squadra meridionale al vertice della più affascinante gran fondo al mondo.
«Ho fatto un numero incredibile, sono partito quando mancavano tantissimi km all’arrivo. Non ci credo, è la realizzazione di un sogno – ha confessato in lacrime subito dopo l’arrivo – per arrivare qui ho fatto tanti sacrifici, questo è il giusto mi ha ripagato di tutto e mi ha permesso di bilanciare la fiducia di una grande squadra come la CPS di Franco D’Auria».
Una rincorsa che vien da lontano: «Due anni fa ero partito per il lungo, ma sbagliai strada alla deviazione. Oggi è una piccola rivincita. Ci tenevo, volevo vincerla, ci sono riuscito. É stata difficilissima, perchè da 10 giorni a Matera ci sono quasi 40 gradi e qui oggi fa freddissimo. Non riuscivo quindi a capire il mio reale stato di forma. Il tratto più duro è stato sicuramente sul Falzarego (l’unico momento di tutta la corsa in cui si è voltato per controllare gli inseguitori, ndr), ma il fatto che riuscissi a mantenere un buon vantaggio voleva dire che fossimo al gancio tutti quanti. La dedico al mio team e a tutti tutti gli amici che mi seguono con passione». Secondo, a 1’14” è giunto l’irriducibile Vincenzo Pisani, terzo Enrico Zen (a 2’39”). Ovvero gli stessi avversari di una vita. A questo link la classifica completa.
Quando ti sei reso conto che avresti vinto, gli ha chiesto Marco Saligari «Quando ho visto l’ultimo km. Prima non sapevo bene il vantaggio, ho spinto fino alla fine. E li mi son detto: è fatta». Si, finalmente è fatta. Per Tommaso Elettrico e per tutto il “nostro” ciclismo del sud.
fonte: Lo Stradone